Il progetto del
Duke’s, curato dallo Studio Nemesi di Roma, è quello di un edificio dichiaratamente d’avanguardia che si contrappone fortemente con il contesto borghese
dei Parioli.
Un’architettura che si può definire “destrutturata” per la capacità di rompere gli schemi canonici e di tessere legami con altre discipline come la grafica pubblicitaria, la moda, la nuova cucina internazionale.
Il concetto base in tutti gli interventi dello Studio Nemesi è quello della fluidità spaziale, senza diaframmi tra interno ed esterno, tra ambito pubblico e privato:condizione che stimola modalità diverse di fruizione degli ambienti.
Luogo cult per nomadi metropolitani, in cui il piacere estetico per il design e per l’atmosfera globale che è stata creata anticipa il godimento stesso del cibo. Al
Duke’s si va anche per guardare, per stupire, per divertire e divertirsi, esaltando valenze comportamentali alternative.
“La convivialità consolida i rapporti - afferma il sociologo
Francesco Morace – il culto del privato è sfociato nella socializzazione che dà sicurezza; le occasioni di consumo si trasformano in occasioni di vita”
Al pari dell’architettura, l’arte della cucina tende a legare componenti e linguaggi diversi:la sinergia tra le due attività è pertanto logica e naturale.